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giovedì 25 giugno 2020

L'ammore a Posillipo


<<Signora Carmela quanta mozzarella vi serve? >>
<<Fai una confezione di mozzarelle e una di fiordilatte, >>
Vincenzo prese le due confezioni dal suo furgoncino di rappresentante e le consegnò alla negoziante.
<<Signora Carmela oggi se volete ho anche la zizzona di Battipaglia, anche se, >> si avvicinò e abbassò la voce, <<non c'è bisogno di andare fino a Battipaglia per trovare la zizzona. >> indirizzando lo sguardo nel decollete della procace signora Carmela.
<< Vincenzì tieni sempre voglia e pazzià, lo sai che potrei essere tua madre. >>
rispose Carmela, ma dentro di sé provava piacere per le attenzioni di quel simpatico giovanotto.
<<Carmè ti spicci o no! >> una voce cavernosa giunse dal retrobottega,Pasquale il marito della signora Carmela mal sopportava quel modo di scherzare.
<<Arrivo! Va bè Vincenzì, ci vediamo la settimana prossima. >>

Vincenzo arrivò a casa parcheggiò il furgone della ditta, il tempo di una lavata e corse dalla sua bella, che in questo momento non era la sua ragazza, bensì la 500 che aveva acquistato di seconda mano con enormi sacrifici, ma avesse avuto una Ferrari non avrebbe provato le stesse gioiose sensazioni.
Correva l'anno 1978 o giù di lì, Vincenzo era orgoglioso di mostrarsi alla guida della sua 500 e salutava allegramente gli amici dal finestrino abbassato,

Oggi, domenica pomeriggio, avrebbe ascoltato volentieri “Tutto il calcio minuto per minuto”, ma era ansioso di passare da Rosaria, la sua ragazza, per farle fare un bel giro sulla sua automobile.
Di solito la domenica pomeriggio uscivano a piedi, lunghe passeggiate mano nella mano alla ricerca di un posticino dove godere di un po' d'intimità.
In una città come Napoli però trovare un posto dove stare appartati non è un'impresa semplice, a piedi poi.
Si erano dati appuntamento a Piazza Municipio perché il loro fidanzamento non era ancora ufficiale, Vincenzo parcheggiò e scese dall'auto, si mise a contemplare l'automobile, era in buone condizioni, nonostante non fosse nuovissima, comunque per lui era bellissima.
Bellissima era anche Rosaria, quando la vide apparire col sole che le baciava il viso, pensò di essere fortunato ad avere una ragazza così bella.
<< Oggi finalmente abbiamo l'automobile, facciamo un bel giro fino al Parco della Rimembranza a Posillipo.>>
Il Parco della Rimembranza era il ritrovo delle coppiette, ci si parcheggiava e...
<< Non è meraviglioso! >> disse Vincenzo.
<< Stupendo! >> gli fece eco Rosaria.
<< Però devi darmi una mano. >>
<< Certo. >>
<< Passami dei pezzettini di scotch, io intanto preparo il giornale. >>
Dopo qualche minuto i vetri della 500 erano completamente tappezzati dall'interno di fogli di giornale, garantendo la privacy ai fidanzati.
Lungo i viali del Parco non era certo l'unica automobile ad essere tappezzata così, a Posillipo oltretutto si può godere di una vista meravigliosa, anche se molti degli automobilisti parcheggiati, in quel momento non si curavano molto del panorama.
<<Ti amo, si 'a vita mia! >> sussurrava Vincenzo nell'orecchio di Rosaria mentre la baciava con passione.
<< Pur'io te voglio bene assaje. >> confermava Rosaria nella penombra creata dai giornali, ma mentre lo diceva una lama di luce penetrò nella vettura.
<<'O scotch, s'è scollato 'o scotch! >>
Questo era uno degli inconvenienti che poteva capitare, quando le effusioni diventavano più ardenti, nell'auto la temperatura saliva e la colla del nastro adesivo non reggeva.
D'inverno quando veniva buio presto, dopo qualche minuto di effusioni i vetri si appannavano e garantivano la privacy senza bisogno di ricorrere ai giornali, in primavera e in estate invece era impossibile farne a meno.
Vincenzo si diede da fare ed in un baleno rimise a posto lo scotch e riprese il lavoro interrotto, erano entrambi tremendamente sudati però erano anche felici.
Vincenzo azionò il dispositivo che serviva a sbloccare il sedile del passeggero in modo da poter ribaltare lo schienale all'indietro, fece sdraiare Rosaria e si sdraiò sopra di lei.
Era praticamente in estasi quando il toc toc sul vetro dell'auto lo fece sobbalzare.
<<Oddio e chi è? >> esclamò Vincenzo.
<<Secondo me sono i vigili, tengo paura! >> disse Rosaria allarmata.
<< Stai tranquilla, ci penso io >>
Vincenzo la confortò con una carezza mentre si rimetteva la camicia.
Si ricomposero, Vincenzo spostò il giornale e abbassò il finestrino, fuori dall'auto c'era un ragazzino con un vassoio da bar e dei bicchierini all'interno.
<<Vulite 'ò cafè? >> fece il ragazzino.
Vincenzo strabuzzò gli occhi e guardò Rosaria con espressione sbigottita.
<< Va bè, dammene due! >> disse rivolto al ragazzo.

domenica 17 maggio 2020

Nickname

Uno spaccato della società attuale, dove parte o molta della nostra vita si passa sui social o nelle chat e a volte possono capitare tragici equivoci.
Nickname affronta la tematica della socialità online che nasconde la vera identità di chi si trova dall'altra parte della tastiera, che approfittando della falsa identità dà sfogo alle proprie miserie morali.
Buona visione di questo interessante cortometraggio realizzato dal Circolo Savonese Cineamatori, scaturito dalla penna di Flavia Cantini e dalla sapiente regia di Nicolò Zaccarini.

venerdì 28 febbraio 2020

L'amore ai tempi del coronavirus


Etciù!
Lo starnuto di Gianni risuonò sonoro nell'appartamento.
Meno male che sono ancora in casa, pensò Gianni, non ho fatto a tempo a proteggermi col gomito, fossi stato in strada avrei scatenato un fuggi fuggi generale.
Si infilò il giubbotto, cappello e sciarpa a mo' di mascherina e scese in strada.
Le strade erano deserte, pochi viandanti, poche automobili, l'aria era tersa, il cielo sgombro di nuvole e il sole perfino troppo caldo in questo febbraio anomalo.
Di positivo c'era che con così poche auto l'aria era sicuramente più respirabile.
In giornate così sembrava impossibile ammalarsi, i suoi pensieri andarono a pescare nei ricordi dell'infanzia, quando era a letto con la febbre e magari fuori era brutto, pioveva, faceva freddo, sembrava quasi una logica conseguenza essere a letto ammalati.
In una giornata di sole no, non ci si può ammalare, non si può stare a letto febbricitanti in una giornata di sole.
Eppure in questo strano febbraio, di questo maledetto anno bisestile erano in tanti a dover stare a casa col sole, oltre a quelli malati, anche quelli costretti in via precauzionale, e quelli volontariamente reclusi per sfuggire alle proprie paranoie.
Aveva deciso di fare quattro passi a piedi per andare da Marta, la sua ragazza, erano insieme da sei mesi, non sapeva ancora dire se erano fatti l'uno per l'altra, fisicamente le piaceva molto, il suo sorriso era irresistibile, altrettanto irresistibili i suoi sbalzi d'umore.
D'altronde nella sua esperienza di quarantenne, donne prive di sbalzi d'umore non ne aveva conosciute, e facendo un po' di autocritica anche lui stesso aveva un carattere un po' fumino.
Di Marta le piaceva il carattere: solare, allegra, piena d'iniziative, e soprattutto dotata di “sense of humor”, nelle giornate di luna buona si facevano scorpacciate di risate insieme.
Così perso nei suoi pensieri era giunto nei pressi del suo appartamento e per continuare la sua uscita salutista salì a piedi i tre piani per giungere da Marta.
Dlin, dlon!
La porta si apre e Gianni fa per entrare, poi si blocca e strabuzza gli occhi.
  • Ma... mi accogli con la mascherina?
  • Shhhhh! Mettila anche tu.
  • Ma...
  • Obbedisci!
  • Veramente... sono venuto perché... insomma non dobbiamo far l'amore?
  • Lo so.
  • Con la mascherina?
  • Beh, non ti ricordi quando avevo il mal di gola, lo facevamo senza baciarci.
  • Si, però...
  • Cosa fai?
  • Visto che non posso baciarti ti tocco.
  • Pazzo, prima usa l'amuchina.
  • E va bene, disinfettiamoci le mani. Adesso posso toccarti?
  • Sarebbe meglio di no, dovremmo stare almeno ad un metro di distanza.
  • Noooo!
  • Senti ho pensato ad una cosa bellissima, un'esperienza diversa, ascolta tu ti metti sul divano ed io sulla poltrona e poi cominciamo a spogliarci.
  • Non mi entusiasma molto.
  • Dai, pensa agli adolescenti che si fanno la videochiamata con lo smartphone, noi invece siamo vicini.
  • Ma io non sono un adolescente!
  • Per una volta torniamo bambini, su!
  • Non mi ispira.
  • Dai, se proprio vogliamo esagerare guardiamo anche un film porno.

Gianni perde la pazienza, si toglie la mascherina la butta via e si avvia verso la porta.
  • Facciamo così, ci rivediamo tra un mesetto quando questa psicosi sarà passata.
  • Ti prego non andare via, magari...
  • Magari?
  • Posso concederti una pecorina.