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lunedì 5 settembre 2016

Tu-tum

Tu-tum, tu-tum.
Il paesaggio schizza via veloce, sembra uscito da una tela di Van Gogh, povero Vincent dicevano che eri pazzo, ma se tutti i pazzi ci avessero regalato simili capolavori, ben vengano.
Tu-tum, tu-tum.
Non so se con l'alta velocità sarà diverso, ma da quando esiste il treno, il rumore sugli scambi è sempre lo stesso.
Viaggiare in treno è sempre un'emozione, nonostante lo faccia ormai da tanti anni, a seconda dell'umore gustarsi il piacere di leggere, scrivere, chiacchierare oppure solo sonnecchiare, lasciando che i pensieri fluiscano liberamente cullati dal movimento del treno.
Tu-tum, tu-tum
La radio suona musica rock, gli schizzi d'inchiostro blu si rapprendono sulla pagina gialla, mentre il treno scarica pezzi d'umanità assonnata.
Ogni volto, ogni storia, diverse eppure uguali vanno, vengono, s'incrociano, talune parallele.
La sfera compie il suo movimento di rotazione, permettendo all'inchiostro di fluire, di depositarsi sulla carta, asciugandosi quasi immediatamente, in un rincorrersi di linee, ghirigori che a volte hanno un senso, a volte no.
Continua la musica rock nell'auricolare, poi la galleria ne sfuma le note, il segnale radio si perde, il tunnel ci inghiotte, le luci si spengono, il buio, il silenzio, hanno il sopravvento.
Tu-tum, tu-tum.